Arbus - Cultura e tradizione

Il comune di Arbus ed il suo territorio, rinomati per le celebri dune di Piscinas ed il cervo Sardo (Cervus Elaphus Corsicanus), il cui 10% della popolazione mondiale è residente nell'arburese, sono anche sinonimo di cultura e tradizione.

Nel territorio di Arbus, in Località Su Pistoccu, è di recente scoperta l'uomo più antico della Sardegna, Amsicora, con oltre 9000 anni d'età ad una prima datazione ma numerose sono le testimonianze delle popolazioni nuragiche e prenuragiche con i vari nuraghe, le tombe dei giganti ed il pozzo sacro di Capo Pecora, in località Manago.

A queste antiche popolazioni hanno seguito le civiltà di dominatori che si sono alternate nell'isola: ancora oggi la torre aragonese di Flumentorgiu domina la Spiaggia di Is Arenas de s'Acqua de s'Ollastu fra Torre dei Corsari e Pistis mentre poco lontano, a Porto Palma, si trova il villaggio nato attorno all'antica Tonnara Genovese di Flumentorgiu che per alcuni anni è stata la seconda in Sardegna per pescato. Nei pressi di Sant'Antonio di Santadi, poi, si trovano ancora i resti di una villa Romana.

Le tradizioni agro pastorali della popolazione Arburese si ritrovano ancora nella sagra di Sant'Antonio da Padova che si tiene in concomitanza con il periodo della mietitura durante il quale ci si spostava per tre giorni nei campi vicino la frazione di Sant'Antonio di Santadi con la carovana di Traccas, delle vere e proprie case mobili oggi sinonimo di festa.

Numerose nell'arburese sono le aziende agricole che offrono prodotti eccellenti e sani oltre a valorizzare una peculiarità tipica del paese: la pecora nera di Arbus, specie riconosciuta dalla comunità europea il cui latte ha un più alto rendimento caseario nonostante la produzione sia inferiore a quella della pecora sarda.

Grande impulso allo sviluppo del paese, di circa 3.000 abitanti fino ai primi anni del XX secolo, fu dato dalle miniere di Montevecchio ed Ingurtosu-Gennamari che portarono la popolazione arburese a superare i 10.000 abitanti facendo confluire nella cittadina numerose culture e rendendola un centro vivo e fervente: dalla Miniera di Montevecchio sono state esportate alcune innovazioni tecnologiche che hanno rivoluzionato in meglio le attività estrattive in Italia ed in Europa.

Con la crisi delle miniere e la loro chiusura nel 1991, Arbus si è ritrovato in una situazione di sofferenza economica e sociale con alti tassi di disoccupazione ed una deriva culturale che ne hanno causato un lento ma inesorabile spopolamento fino agli attuali 6.000 abitanti circa.

Finita l'era delle miniere, ad Arbus si vuole vivere di turismo e cultura e, nell'ultimo periodo, si nota questa forte reazione concretizzatasi nella pubblicazione di oltre 15 libri di autori locali nel 2011, dalla presenza di 5 fattorie didattiche accreditate nell'arburese e dalla ricerca di una via unitaria per la promozione di un turismo di qualità che si sta cercando di sviluppare con le varie eccellenze locali.